Attratti da uomini e donne
indifferentemente
Una tendenza in
ascesa che non deve stupire:
sul piano biologico bisex lo siamo un po' tutti
Secondo l' ultimo sondaggio dell' Asper (Associazione per lo studio dell' analisi psichica e la ricerca sessuologica) sui comportamenti sessuali degli italiani, il 14,6 per cento degli uomini e il 12,1 per cento delle donne tra i 18 e i 50 anni si definiscono bisessuali. Un fenomeno in aumento, come confermano anche i dati di un altro sondaggio condotto in Rete sul sito http://db.metropolis.it/demo secondo il quale il 27,5 per cento degli uomini e delle donne intervistate si è dichiarato bisessuale. Non solo. Il 34% è convinto che la naturale tendenza degli esseri umani è la bisessualità, e che poi è la società che impone ingiustamente di fare una scelta. Ecco cosa ne pensa Chiara Simonelli, docente di Psicopatologia del comportamento sessuale presso l'Università La Sapienza di Roma: E' vero che la bisessualità è in aumento? "Sì, è un fenomeno in forte crescita, anche se esistono ancora grossi veti sociali e culturali. Certo, sul piano biologico siamo tutti bisex, ma a livello sociale non basta: sulla bisessualità pesano molte più riserve e molti più pregiudizi che sull' omosessualità". Sta dicendo che essere bisessuali fa più scalpore che essere omosessuali? "L' omosessualità è una condizione ormai accettata praticamente da tutti, mentre il bisessuale è ancora da taluni visto come un perverso: scandalizza la sua ambiguità, il fatto che non voglia appartenere a nessuna categoria precisa". La bisessualità può restare latente per sempre? "Certo, perchè il nostro essere bisex può esprimersi in altri modi, a livello sublimato: penso all' empatia delle forti amicizie femminili, ai giovani maschi che negli spogliatoi della palestra si danno la pacca sulla spalla. Esistono moltissimi contesti in cui si manifesta una bisessualità non realizzata". Come si convive con la propria bisessualità? "Generalmente le esperienze bisex che si possono avere durante l' adolescenza non hanno grosse ripercussioni. E' diverso quando un individuo scopre di essere bisex in età adulta. Per i maschi di solito è più traumatico, basta un sogno per creare una certa dose di angoscia". Le donne lo vivono meglio? "Le donne sono costituzionalmente meno fobiche degli uomini, s' interrogano di più e riescono a darsi risposte più convincenti sui motivi di un' attrazione. Una donna non si sente smarrita se scopre di essere attratta da un bel seno, anzi, di solito lo dichiara apertamente. E' un fatto culturale che nell' universo sessuale femminile ci siano meno scissioni: eterosessualità, omosessualità, bisessualità, amore e affetto vengono vissuti in modo più sereno, meno intransigente".
L' influenza della cultura "Non bisogna confondere l' identità sessuale con l' orientamento sessuale. Un individuo può essere perfettamente identificato con la propria identità maschile o femminile e avere indifferentemente un orientamento omosessuale o eterosessuale", spiega ancora Claudio Risè. "Qui influisce la cultura, l' ambiente in cui si vive. Ci sono state società in cui il modello era bisessuale, come l' antica Grecia, altre invece in cui era omosessuale, e altre ancora basate sull' eterosessualità. Ma oggi la cultura occidentale non propone più modelli precisi. Tutto è relativo, non esistono regole, non ci sono proposte precise che riguardano l' identità o l' orientamento sessuale". Etero, omo o bisex, ormai la scelta si allarga continuamente, sfuggendo alla vecchia divisione maschio/femmina. Madri e padri si scambiano i ruoli, nella famiglia non esistono più delle divisioni rigide. Questa elasticità può creare confusione nei giovani. E spesso avvertire pulsioni erotiche per persone dello stesso sesso è fonte di angoscia, al di là delle mode che inneggiano alla trasgressione. La paura è quella di non essere "normali", là dove per "normalità" si intende l' eterosessualità. "Ma la bisessualità non è una forma di omosessualità latente, una specie di compromesso tra etero e omo, è invece un comportamento che ha una sua dignità autonoma". Insomma, come diceva Siegmund Freud, il padre della psicanalisi, la base della sessualità umana è bisex. Articolo di Valeria Chierichetti, tratto dal numero di giugno 2002 del mensile VERA MAGAZINE
ESPERIENZE:
Carlotta,
29 anni:
"Lucia era una mia compagna di liceo.
Durante una gita scolastica ci siamo ritrovate a condividere il letto. Ricordo
le mie mani sulla sua schiena e poi sulle sue cosce e un imbarazzo, anzi uno
stupore, che cresceva e mi faceva arrossire. Perché mi piaceva accarezzare il
suo corpo. Con la fine della scuola ci siamo perse di vista.
Anni dopo è arrivato Luca, e con lui l'
amore, la convivenza, i progetti. Poi ecco che sulla mia strada ricompare
Lucia. Un incontro del tutto casuale, ma sufficiente perché in un attimo si
ristabilisse tutta l' intimità di un tempo. Ora ci vediamo di nascosto. Non
posso fare a meno di nessuno dei due. Li amo entrambi, sono rapporti
complementari.
Con Lucia faccio l' amore specchiandomi in
me stessa. E' un erotismo giocato sulla somiglianza. Ma ho bisogno anche della
diversità che solo un uomo può darmi. Di quel piacere più "violento" in cui
adoro sentirmi femmina.
Per ora scelgo di non scegliere".
Antonella, 35 anni:
"Non credo alle etichette preconfezionate,
ma in un erotismo che sfugga ad ogni classificazione. Se incontro una persona
che mi fa scattare qualcosa dentro, non importa che sia maschio o femmina. Con
le donne mi piace la conquista: adoro sedurre con un gioco di sguardi. Capisco
subito se l' altra accetta, se può nascere qualcosa. Anche nel sesso, con le
donne, mi piace avere una parte attiva: adoro portarle al piacere, guardare
sul loro viso l' appagamento.
Con gli uomini invece il mio è un ruolo
all' inverso: lascio a loro l' iniziativa. So di essere chiacchierata, perché
il fatto di non avere pregiudizi fa scandalo. Sono in mezzo, non ho mai preso
posizioni: non sarò mai lesbica e non sarò mai etero. Posso dire di avere
amato tante persone. La loro identità sessuale resta per me un fattore del
tutto marginale".
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