Attratti da uomini e donne indifferentemente
Una tendenza in ascesa che non deve stupire:
 sul piano biologico bisex lo siamo un po' tutti
 
 

Non solo etero, non troppo gay. Si definiscono semplicemente "bi", dove la sillaba sta per bisex. Una "terza via" della sessualità, un erotismo a 360° in cui non esistono ruoli o confini predefiniti. Un fenomeno in continua ascesa.

A dimostrarlo, le esternazioni di moltissimi personaggi famosi che oggi  esibiscono con orgoglio la propria bisessualità. Una schiera che a Hollywood comprende gente come Madonna, Sharon Stone, Debra Winger, Whitney Houston, tanto per fare qualche nome. Ma non mancano anche gli esempi nostrani: come Asia Argento o Rosalinda Celentano, che non fanno mistero delle loro tendenze bisex. O come Monica Bellucci, che ha di recente dichiarato: "La bellezza mi colpisce al cuore, maschile o femminile che sia. Se domani incontrassi una donna che mi fulmina, le salterei addosso".

Insomma, bisex è bello e fa tendenza. Ma al di là delle mode e delle provocazioni, resta il fatto che - famosi o meno - siamo tutti potenzialmente bisessuali. Non ci credete? Sentiamo gli esperti.

In ognuno di noi convivono parti maschili e parti femminili. Ciascun sesso porta in sè tratti dell' altro sesso. "All' inizio della vita si può parlare di una vera e propria androginia", conferma Claudio Risè, psicanalista e scrittore. "Nella fase embrionale, infatti, sono presenti da un punto di vista biologico sia le strutture di base maschili che quelle femminili. Nel corso della gestazione si verifica una regressione dei tratti di uno dei due sessi, per arrivare poi alla definizione dell' identità sessuale".

Ecco perchè non è poi così sconvolgente manifestare tendenze bisessuali nell' età adulta. Ma dopo la nascita, che cosa ci spinge a diventare più decisamente maschi o femmine, al di là di come siamo fisicamente? In altre parole, come arriviamo a definire la nostra identità sessuale? "Innanzitutto sono i genitori che si presentano come modelli e aiutano il bambino a costruire la propria psiche e la propria identità sessuale. Il padre di un figlio maschio solitamente indirizza il bambino verso il "maschile", e questo lo si rileva bene nelle cerimonie di iniziazione di certe popolazioni dove i ragazzini in età puberale vengono tolti alle madri e portati in quelle aree del villaggio dove vivono soltanto gli uomini" - spiega Risè - "e la stessa cosa ovviamente accade anche sull' altro fronte, attraverso un chiaro intervento di iniziazione alla femminilità delle madri sulle figlie femmine".

Secondo l' ultimo sondaggio dell' Asper (Associazione per lo studio dell' analisi psichica e la ricerca sessuologica) sui comportamenti sessuali degli italiani, il 14,6 per cento degli uomini e il 12,1 per cento delle donne tra i 18 e i 50 anni si definiscono bisessuali. Un fenomeno in aumento, come confermano anche i dati di un altro sondaggio condotto in Rete sul sito http://db.metropolis.it/demo secondo il quale il 27,5 per cento degli uomini e delle donne intervistate si è dichiarato bisessuale. Non solo. Il 34% è convinto che la naturale tendenza degli esseri umani è la bisessualità, e che poi è la società che impone ingiustamente di fare una scelta.

Ecco cosa ne pensa Chiara Simonelli, docente di Psicopatologia del comportamento sessuale presso l'Università La Sapienza di Roma:

E' vero che la bisessualità è in aumento?

"Sì, è un fenomeno in forte crescita, anche se esistono ancora grossi veti sociali e culturali. Certo, sul piano biologico siamo tutti bisex, ma a livello sociale non basta: sulla bisessualità pesano molte più riserve e molti più pregiudizi che sull' omosessualità".

Sta dicendo che essere bisessuali fa più scalpore che essere omosessuali?

"L' omosessualità è una condizione ormai accettata praticamente da tutti, mentre il bisessuale è ancora da taluni visto come un perverso: scandalizza la sua ambiguità, il fatto che non voglia appartenere a nessuna categoria precisa".

La bisessualità può restare latente per sempre?

"Certo, perchè il nostro essere bisex può esprimersi in altri modi, a livello sublimato: penso all' empatia delle forti amicizie femminili, ai giovani maschi che negli spogliatoi della palestra si danno la pacca sulla spalla. Esistono moltissimi contesti in cui si manifesta una bisessualità non realizzata".

Come si convive con la propria bisessualità?

"Generalmente le esperienze bisex che si possono avere durante l' adolescenza non hanno grosse ripercussioni. E' diverso quando un individuo scopre di essere bisex in età adulta. Per i maschi di solito è più traumatico, basta un sogno per creare una certa dose di angoscia".

Le donne lo vivono meglio?

"Le donne sono costituzionalmente meno fobiche degli uomini, s' interrogano di più e riescono a darsi risposte più convincenti sui motivi di un' attrazione. Una donna non si sente smarrita se scopre di essere attratta da un bel seno, anzi, di solito lo dichiara apertamente. E' un fatto culturale che nell' universo sessuale femminile ci siano meno scissioni: eterosessualità, omosessualità, bisessualità, amore e affetto vengono vissuti in modo più sereno, meno intransigente".

L' influenza della cultura 

"Non bisogna confondere l' identità sessuale con l' orientamento sessuale. Un individuo può essere perfettamente identificato con la propria identità maschile o femminile e avere indifferentemente un orientamento omosessuale o eterosessuale", spiega ancora Claudio Risè. "Qui influisce la cultura, l' ambiente in cui si vive. Ci sono state società in cui il modello era bisessuale, come l' antica Grecia, altre invece in cui era omosessuale, e altre ancora basate sull' eterosessualità. Ma oggi la cultura occidentale non propone più modelli precisi. Tutto è relativo, non esistono regole, non ci sono proposte precise che riguardano l' identità o l' orientamento sessuale".

Etero, omo o bisex, ormai la scelta si allarga continuamente, sfuggendo alla vecchia divisione maschio/femmina. Madri e padri si scambiano i ruoli, nella famiglia non esistono più delle divisioni rigide. Questa elasticità può creare confusione nei giovani. E spesso avvertire pulsioni erotiche per persone dello stesso sesso è fonte di angoscia, al di là delle mode che inneggiano alla trasgressione. La paura è quella di non essere "normali", là dove per "normalità" si intende l' eterosessualità.

"Ma la bisessualità non è una forma di omosessualità latente, una specie di compromesso tra etero e omo, è invece un comportamento che ha una sua dignità autonoma".

Insomma, come diceva Siegmund Freud, il padre della psicanalisi, la base della sessualità umana è bisex.

Articolo di Valeria Chierichetti, 

tratto dal numero di giugno 2002 del mensile VERA MAGAZINE

 

ESPERIENZE:
 
Carlotta, 29 anni:
 
"Lucia era una mia compagna di liceo. Durante una gita scolastica ci siamo ritrovate a condividere il letto. Ricordo le mie mani sulla sua schiena e poi sulle sue cosce e un imbarazzo, anzi uno stupore, che cresceva e mi faceva arrossire. Perché mi piaceva accarezzare il suo corpo. Con la fine della scuola ci siamo perse di vista.
Anni dopo è arrivato Luca, e con lui l' amore, la convivenza, i progetti. Poi ecco che sulla mia strada ricompare Lucia. Un incontro del tutto casuale, ma sufficiente perché in un attimo si ristabilisse tutta l' intimità di un tempo. Ora ci vediamo di nascosto. Non posso fare a meno di nessuno dei due. Li amo entrambi, sono rapporti complementari.
Con Lucia faccio l' amore specchiandomi in me stessa. E' un erotismo giocato sulla somiglianza. Ma ho bisogno anche della diversità che solo un uomo può darmi. Di quel piacere più "violento" in cui adoro sentirmi femmina.
Per ora scelgo di non scegliere".
 
 
Antonella, 35 anni:
 
"Non credo alle etichette preconfezionate, ma in un erotismo che sfugga ad ogni classificazione. Se incontro una persona che mi fa scattare qualcosa dentro, non importa che sia maschio o femmina. Con le donne mi piace la conquista: adoro sedurre con un gioco di sguardi. Capisco subito se l' altra accetta, se può nascere qualcosa. Anche nel sesso, con le donne, mi piace avere una parte attiva: adoro portarle al piacere, guardare sul loro viso l' appagamento.
Con gli uomini invece il mio è un ruolo all' inverso: lascio a loro l' iniziativa. So di essere chiacchierata, perché il fatto di non avere pregiudizi fa scandalo. Sono in mezzo, non ho mai preso posizioni: non sarò mai lesbica e non sarò mai etero. Posso dire di avere amato tante persone. La loro identità sessuale resta per me un fattore del tutto marginale". 
 

 

 

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